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Operazione Africa ODV
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Proprio in questi giorni è giunto dal Madagascar un grido d’aiuto per evitare il peggio nella diffusione del coronavirus nel paese. Come potevamo rimanere indifferenti a tale richiesta dopo che in questi mesi abbiamo visto il nostro paese trasformato e dilaniato dal dolore e dalla morte? Come potevamo rimanere indifferenti con la consapevolezza, che se un paese come l’Italia, all’avanguardia nel settore sanitario, sta patendo grosse emergenze sanitarie, e il Madagascar uno dei paesi più poveri al mondo, dove tre abitanti su quattro vivono con meno di 1,90 dollari al giorno non avesse l’immediato bisogno di una scialuppa di salvataggio? No, non lo si può fare! per coscienza verso i più poveri e per riconoscenza nei confronti di chi ogni giorno spende la propria vita nei luoghi di missione. Se a oggi, l’OMS che pure sta lavorando per raggiungere gli obiettivi della Global Technical Strategy (Gts) for Malaria 2016-2030 per coadiuvare i Paesi endemici nelle attività di controllo ed eliminazione della malaria, sta affrontando la crisi più drammatica del mondo a livello sanitario con questioni sanitarie di massimo rilievo, l’Hiv che continua a devastare l’Africa, e una lotta alle malattie infantili prevenibili, come poliomielite, colera, morbillo etc, con grandi progressi, oggi si ritrova ad affrontare una nuova battaglia ancor più dura e spietata di cui ancora nessuno può misurarne l’entità e la durata. Questa pandemia è l’ennesima sfida che il continente africano deve affrontare. Così come lo è stata l’epidemia di Ebola di qualche anno fa dichiarata dell’OMS emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.

Sono iniziati i lavori per la costruzione del pozzo a Salobe in Madagascar. Il pozzo servirà per l'approvvigionamento dell'acqua per l'intero villaggio e per la nuova scuola che stiamo costruendo sempre a Salobe. Dopo aver trovato il luogo più idoneo per scavare il pozzo si è arrivati ad una profondità di 14 metri che consentirà di estrarre un'acqua non troppo calcarea e potabile.

Nel nord del Madagascar più precisamente a Pont Sofia, l'associazione Speranza Futura si accinge, in primavera, ad aprire un presidio ospedaliero. L'assistenza sarà affidata alle suore che già lavorano in campo ospedaliero.

Nel difficile contesto socio-politico di Bangui Capitale RCA in collaborazione con il JRS (Jesuit Refugee Service) che opera stabilmente in questa zona, favorendo in vario modo il ritorno a casa degli sfollati e promuovendo nei confronti dei rimpatriati e di tutta la popolazione locale l’istruzione, la formazione professionale e il supporto psico-sociale,

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